Tutta l’infelicità di un uomo deriva da una sola causa: dal non saper starsene quieto in una camera.
Blaise Pascal
Stiamo vivendo un’epoca di sovrastimolazione, abbiamo troppo di tutto e sempre in ogni momento. Oggi non esiste un minuto in cui non sappiamo cosa fare, nemmeno un minuto di assenza in cui non ci dedichiamo a nulla. Dobbiamo sempre fare qualcosa, dobbiamo sempre tenerci occupati, occupata la mente, le mani, gli occhi, le orecchie. I tempi morti sono considerati un errore, se ti annoi e non fai niente stai sbagliando qualcosa. E questo porta di conseguenza a non riuscire più a stare da soli, e intendo proprio fermi da soli con noi stessi senza fare nulla, soli con il nostro corpo e la nostra mente.
Sommario
Siamo sempre connessi ma sempre più disconessi
Se vi proponessero un test nel quale dovete stare chiusi qualche ora in una stanza senza fare nulla in cambio di un premio, lo fareste? Credo che risponderemmo tutti di sì. Ma quale pensate che siano le reazioni che avreste? Io credo che sia un test molto difficile, e parlo anche per me. Perché starsene fermi e quieti senza dare alla nostra mente ciò che vuole è diventato estremamente arduo.
Non sappiamo più stare fermi, non riusciamo più a stare da soli con noi, e non parlo di stare da soli una sera in casa. Parlo proprio di stare fermi da soli seduti sul letto senza fare assolutamente nulla. Non siamo più capaci! Resistiamo pochi minuti e poi dobbiamo prendere in mano qualcosa, dobbiamo tenere occupata la nostra mente. Ma perché siamo arrivati a questa situazione? Perché la tecnologia ci ha portato ad avere accesso ad un sacco di cose da ovunque noi siamo. Dipendiamo dalla connessione wireless e dai giga che ci restano. Questo avere tutto e subito ci porta a porci sempre più domande, a cercare sempre più risposte, a voler la soluzione a una cosa non appena ci viene posto il problema. Ci porta a scappare dalla nostra mente invece che guardarla e affrontarla.
Non fare niente ci porta a essere smarriti, nervosi, irrequieti. Ci obbliga a confrontarci con i nostri pensieri e questo fa sempre più paura. Poi quando non facciamo niente ci sembra di perdere del tempo, ma esattamente tempo per cosa? Indubbiamente avere la rete internet a portata di mano, letteralmente, ci ha portato ad avere sempre in tasca un motivo per fare qualcosa. Giocare, chattare, leggere, navigare. Appena ci capita un minuto vuoto, tac fuori il telefono. Al bar mentre aspettiamo il caffè, al semafaro nell’attesa che diventi verde, in bagno durante i nostri bisogni, sul divano durante la pubblicità di un film. Ogni momento è buono per chinare la testa e collegarci col mondo, rimanere assolutamente al passo con tutti gli altri, guai a perderci qualcosa che è successo due ore fa.
Parliamo poco di cose importanti e chattiamo molto di cose inutili. Fotografiamo tutto prima di vederlo davvero. Abbiamo sempre pronto un commento su qualsiasi cosa. Il nostro telefono ci connette col mondo ma ci disconnette dalla realtà. Sappiamo superficialmente di un sacco di cose e approfonditamente di poche. Sappiamo ciò che vogliono farci sapere, poi se è vero o meno quello non importa, l’importante è che lo sappiamo così possiamo dire la nostra, anche se su quell’argomento siamo degli estranei.
Annoiarsi non è peccato
Quando scrivo di queste cose uso sempre la prima persona plurale. Io stesso mi rendo conto che stacco da una cosa e inizio subito con un’altra. Devo sempre tenermi occupato, se non faccio nulla mi sembra di perdere del tempo che potrei dedicare a qualcosa che mi piace. Ed è per questo che quando provo a meditare faccio fatica a calmare la mente. Perché è troppo piena di tutto. In Asia ci sono dei ritiri dove ti insegnano la meditazione, e quelli più estremi sapete cosa fanno? Ti tolgono tutti gli apparecchi elettronici che hai, ti impediscono di parlare con le altre persone e di guardarle negli occhi. Ma questo perché? Così togli stimoli alla tua mente, appigli, nozioni, news, cose a cui pensare. Di conseguenza diventa più facile calmarla ed entrare nello stato meditativo.
Tutto questo avere, questo fare, questo occupare il tempo, ci porta a non riuscire più a stare da soli. Avere sempre qualcosa da fare non è sbagliato, non intendo quello. Una persona oggi può avere accesso a tutto e se vuole occupare il tempo facendo qualcosa di utile e bello è giusto che lo faccia, perché è giusto riempire le proprie giornate con le cose che ci piacciono e ci fanno stare bene. Io se voglio riesco a occupare ogni minuto del mio tempo facendo sempre qualcosa che mi piace e che mi può dare qualcosa, non esiste per me momento di noia che non so cosa fare. Ma questo è un bene?
Annoiarsi non è peccato, anzi. In questo viaggio che sto compiendo, che sono solo e ho tanto tempo libero, ho scelto di annoiarmi un pochino tutti i giorni. Provare a non fare nulla, stare fermo coi miei pensieri e provare a ridurli al minimo, e magari riuscire a fermare ciò che mi frulla sempre in testa e meditare qualche minuto. Perché il non riuscire a stare da soli fermi, sereni e in pace coi nostri pensieri, il non riuscire a bloccare per qualche minuto le nostre mani e la nostra mente, come può portarci a pensare di stare bene con noi stessi? Di essere lucidi e razionali quando l’occasione lo richiede? La nostra serenità passa tutta dalla nostra testa, la qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei nostri pensieri, e se noi la riempiamo sempre di tutto avremo sempre qualcosa a cui pensare e problemi da affrontare.
Come riuscire a stare da soli?
Ognuno di noi è stato messo al mondo senza averlo chiesto, e l’unica persona con cui staremo sempre dal primo all’ultimo giorno della nostra vita è quella che vediamo davanti allo specchio. Perciò inevitabilmente l’equilibrio e la nostra serenità non devono dipendere da fattori esterni, deve tutto partire e finire dentro di noi. Poi ci sono le cose che ci succedono e le cose che facciamo succedere, e il nostro approccio e le nostre reazioni a queste cose determinano come stiamo nel mondo.
Tutto questo per dire che se non riusciamo a trovare l’equilibrio all’interno di noi, il non riuscire a stare da soli e sereni con noi stessi per forza di cose poi porta conseguenze nelle relazioni con gli altri. Se non riesci a stare da solo in pace, calmo/a e serenamente con te, come puoi pensare di stare bene con gli altri? Questo è un punto che a me preme molto. Io sono fermamente convinto che per stare bene e trovare il nostro equilibrio dobbiamo prima fare un lavoro dentro di noi. Quando si cerca cerca sempre il contatto con gli altri, le relazioni con gli altri e si ha sempre bisogno di compagnia, quando è difficile riuscire a stare da soli una semplice sera in casa vuol dire che c’è un problema di fondo.
Ma come si impara a stare da soli? Una ricetta non c’è, nemmeno un manuale o delle regole esatte. Ciò che ognuno di noi ha dentro lo sa solo lui, ciò che lo affligge o lo rende felice è strettamente personale. Io credo che il primo passo fondamentale sia riuscire ad ascoltarsi prima di ascoltare agli altri. Guardarsi negli occhi e capire che tutto è dentro la propria testa, senza giudicarsi. Le risposte le abbiamo già, siamo noi a dover volerle trovare, e prima di chiedere aiuto bisogna convincersi che tutto parte e finisce all’interno di noi. Se non ci si autoconvince di essere forti e di volere fortemente qualcosa, anche l’aiuto esterno diventa inutile. Perché nessuno può trasmetterti la forza che hai già, casomai può aiutarti a tirarla fuori, ma tu ce l’hai già dentro, tutti ce l’abbiamo, dobbiamo solo volerlo più di qualsiasi altra cosa.
Questo è un argomento che a me sta molto a cuore, perché credo che oggi si guardi sopratutto fuori invece che dentro di noi. Ci si preoccupa di andare bene per gli altri, del loro giudizio, di fare ciò che sembra giusto agli occhi degli altri, ma si trascura ciò che siamo davvero. Poche persone si conoscono davvero, pochi di noi sanno veramente chi sono e cosa vogliono. Perché ci si accontenta di rimanere a galla, si sta sulla superficie dell’acqua invece di andare a scoprire il fondo, e questo è il primo ostacolo verso la felicità.
Tutto nella vita dipende da noi, siamo noi gli attori protagonisti e sin dal primo giorno il nostro “obiettivo” per cui siamo qui in questo mondo è stare bene. E l’equilibrio sta nel capire ciò che ci fa stare bene e ciò che ci fa stare male, e prendere uno e lasciare andare l’altro. E il primo passo è conoscersi a fondo, nel bene e nel male.
Continuo a pensare che il peggior nemico di noi stessi siamo sempre noi stessi. Averne la consapevolezza aiuta. Siamo noi i primi a consentire che ci venga fatto del male
L.Ligabue