Oggi viviamo in una società dove vige il dogma “tutto e subito”. L’esplosione di Internet ci ha permesso di essere connessi h24 con tutti e con tutto. Vogliamo una cosa? Pronto, non devi neanche muoverti dalla sedia, tempo di due click e nel giro di pochi giorni quella cosa te la ritrovi in mano. La rete ha portato enormi vantaggi e comodità in tutto il mondo, ma ha cambiato radicalmente il nostro modo di guadagnarci le cose. Tutta questa velocità e tutto questo bisogno di avere tutto, e quando finalmente hai tutto volere ancora dell’altro, non ci ha tolto qualcosa? La parola “sacrificio” e il suo valore dove sono finiti?
Sommario
Le nostre certezze che non sono certezze
Viviamo di certezze che ci sembrano certezze, ma in realtà sono solo appigli immaginari. Crediamo che una casa accogliente, un lavoro, una carta di credito, una macchina sia ciò che ci realizzi e che ci faccia stare bene. Hai una compagna/o che ti vuole bene? Hai una casa comoda? Ti pagano il 10 del mese? Bene, allora mi siedo. Ci sediamo e lasciamo che la vita ci scorra davanti, la osserviamo senza guardarla davvero.
Se riuscissimo a fermarci e imparassimo davvero a guardare quello che abbiamo davanti senza desiderare subito di guardare qualcos’altro, se ci fermassimo a guardare la nostra vita da fuori come degli spettatori, credo che molti di noi si renderebbero conto di essere aggrappati a qualcosa di finto. E magari si renderebbero conto quali sono invece le cose che contano davvero.
Avere tutto e subito, avere il meglio possibile, guardare persone sullo schermo che sembrano avere tutto quello che a noi manca. E poi desiderare di avere quel tutto e non sudare nemmeno una goccia per ottenerlo ci ha fatto perdere il vero valore del sacrificio. Abbiamo perso il valore del percorso, vogliamo solo il traguardo e lo vogliamo il prima possibile.
Prima è meglio è, ma è proprio così?
Non avere più il valore del sacrificio significa non rendersi più conto di cosa vuol dire sudarsi qualcosa. A quanto pare prima si ha una cosa meglio è, il nostro obiettivo non sembra più raggiungere quella cosa, ma raggiungerla e ottenerla il prima possibile e nel modo più comodo possibile. E parlo della piccola cosa quotidiana come del grande obiettivo della vita.
Vedo persone prendere l’ascensore per fare due piani, e magari andare in una palestra che pagano 50/60 euro al mese. Oppure persone sovrappeso che lo prendono per scendere tre piani. Vedo parcheggiare a tutti i costi nel posto più vicino possibile a dove dobbiamo andare, a costo di fare i salti mortali per farci stare la macchina e così camminare il meno possibile. La fretta di arrivare, la fretta di fare, la fretta di essere, ormai si deve fare tutto a una velocità supersonica senza neanche girare il collo a guardare, sembriamo dei cavalli con il paraocchi che devono arrivare per primi al traguardo.
Non riesco più a vedere le persone aver voglia di faticare per arrivare ad un obiettivo. Vedo sempre più cercare la scorciatoia, il sotterfugio, la maniera più veloce e meno dispendiosa per arrivare al risultato. Alcune volte è giusto, è conveniente, è la cosa migliore e più logica prendere la via più breve, ma spesso non ci rendiamo conto che il bello è nel percorso?
Dobbiamo tornare ad assaporare la fatica, e parlo anche di quella fisica. Oggi vedo palestre o finti PT proporti risultati con 20 minuti di allenamento a settimana. 20 minuti! Ma questo perché accade? Perchè siamo noi a volere tutto e subito. Vogliamo salire in cima ad una montagna ma dopo mezz’ora siamo già stanchi e non vediamo l’ora di essere arrivati. Ormai pigrizia e mancanza di forza di volontà sono alle basi di questa società.
Torniamo a sudarci i nostri traguardi
Provate a prendere un vostro obiettivo, di qualsiasi genere. O che state già provando a raggiungere o che sia una cosa che avete in mente di fare. Se questo obiettivo/risultato/sogno che voi avete lo raggiungeste subito? Se domani vi svegliate e avete già in mano il vostro traguardo sareste felici? Forse in un primo momento sì, ma poi non sembrerebbe che manchi qualcosa? Se tutta la strada che state percorrendo di colpo si accorciasse e vi trovaste al punto di arrivo ne sareste contenti? Credo che molti risponderebbero di no, ma non si fermano a pensarci.
Le cose che hanno davvero valore sono le cose sudate, le cose ottenute con fatica e dedizione e difficoltà. Più sarà dura la salita, più saremo felici quando pianteremo la nostra bandiera in cima. Ma questo concetto oggi lo vedo sempre più scivolare via. I tempi in cui viviamo ci stanno oscurando la vista e ci stanno togliendo il vero sapore delle cose. Dobbiamo tornare a sudarci i nostri traguardi e tornare a godere della fatica per raggiungerli.
La meraviglia è nel viaggio
Se parlo per me io in questo momento ho degli obiettivi, dei sogni, dei luoghi da vedere e delle cose da conoscere. Sono in viaggio e ho il tempo e le possibilità di fare ciò che più mi piace e quando meglio lo desidero, e so che questo è un dono, una cosa di grande valore che mi devo godere appieno perché so che finirà. E più il tempo passa più mi sto rendendo conto che tutto il bello sta nel viaggio. Anch’io sono abituato ad andare sempre di fretta, a fermarmi poco a guardare, sia dentro che fuori di me. Ed è anche per questo che ho deciso di lasciare tutto e partire. Perché desidero cambiare. Ed ora che sono nel bel mezzo della mia strada mi accorgo che non vorrei svegliarmi domattina e avere già tutto, essere nel luogo che più desidero, saper fare al meglio la cosa che sto imparando a fare.
Le cose, tutte le cose vanno godute piano piano. La strada, le sue salite, la fatica di arrivare rende bello il risultato finale. E il viaggio che sto facendo me lo sta ricordando ogni giorno che passa, per fortuna. Ci sono luoghi e Paesi che sogno da una vita e in cui potrei andarci domani stesso, ma che ho deciso di tenere in fondo per poter arrivarci con calma assaporandomi tutto quello che viene prima.
Me ne sto rendendo conto con lo yoga, che pratico da un anno e vedo ancora una strada lunghissima davanti a me per arrivare a portare corpo e mente dove dico io. Se io domani mi alzassi dal letto e di colpo riuscissi a fare quell’âsana che preparo da mesi, ne sarei felice? La mia risposta è no, ma è la mia risposta forse non per tutti è così. Il bello di fare yoga è vedere il proprio corpo e la propria mente che cambiano con il loro ritmo, lento per alcuni, più veloce per altri, ma state pur certi che cambiano! Tutto cambia sempre e costantemente! E parlo di yoga perché la ritengo una grande metafora di vita, ti fa capire come la meraviglia stia nella pratica costante di tutti i giorni, nell’impegno e nella dedizione che metti verso il tuo corpo e la tua mente, e giorno dopo giorno, mattone dopo mattone piano piano costruisci quello che vuoi costruire, senza ansia, fretta e ossessione.
Comincia col cambiare te stesso
Siamo tutti bravi nella teoria, poi quando è il momento di fare, le cose cambiano. Io me la cavo con le parole e credo che le parole abbiano un loro peso, non le mie perché non sono nessuno, ma certe parole possono aiutare, possono far capire e far drizzare le orecchie. Ma poi rimangono solo parole, e il vento prima o poi le porta via. Spero che qualcuno leggendo queste righe abbia colto qualcosa e magari domani si svegli con un pò più di consapevolezza, ma probabilmente così non sarà.
Ormai ci siamo dentro e cambiare le cose è difficile. Ma io il mio voglio farlo, voglio poter sperare di cambiare quello che posso, voglio poter trasmettere ai miei futuri figli il vero valore del sacrificio e il valore delle cose che contano veramente. Ma prima devo partire da me. Perché come disse il Buddha sul punto di morte: “Siate luce per voi stessi”, tutto parte da noi e noi siamo l’unica persona che possiamo cambiare, che possiamo migliorare, perché se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo iniziare col cambiare noi stessi.